La festa e la musica

<< Un’ onda di popolo di ogni ordine sociale si riversava su Ponticelli: le strade ed i vicoli tutti eran parati a festoni e splendide luminarie…Bande musicali, che percorrevano quelle vie dalle prime ore del giorno fino a tarda notte, allietando colle loro melodie quello sterminato popolo ivi accorso. Fuochi pirotecnici eseguiti nelle sere delle due domeniche con novità d’arte…. E nel dì 5 il nuovo simulacro di Maria SS. della Neve, fu portato in giro per tutto il villaggio sull’estremità di una lunghissima piramide tutt’ornata sfarzosamente con serici drappi orlati con frange e rosoni di oro >>.Così Giuseppe Nicodemo, il primo storico di Ponticelli, descrive l’aspetto folkloristico-religioso che aveva caratterizzato la festa del 1888, primo centenario della proclamazione di Maria SS. della Neve a Protettrice di Ponticelli. Da questo racconto si evince che le bande musicali avevano, nella festa, un ruolo non secondario addirittura, <<percorrevano quelle vie dalle prime ore del giorno fino a tarda notte…>>. Da questo si comprende che per la festa di Ponticelli, come tra l’altro credo,  in ogni altra festa popolare, la musica aveva, e forse ha ancora, un ruolo significativo. A tal proposito c’e da sottolineare che il popolo ponticellese ha avuto in passato, una avita passione per la musica, soprattutto quella bandistica. Non a caso il paese vantava ben due bande musicali e, il Consiglio Comunale di Ponticelli, nell’epoca in cui Ponticelli era comune a sè, già nel lontano 1875, deliberava lo <<statuto organico della Banda musicale municipale>> (cfr. A.S.C.N. delib.ni del Comune di Ponticelli, vol. 4°, pag. 200).
Perché solo musica bandistica? Nel corso dei secoli, in tutti i brani storici dedicati al racconto dei festeggiamenti, non ci sono accenni ad altri tipi di esecuzione musicale, o se ci sono non ho avuto la possibilità di averli tra le mani; e questa potrebbe essere una occasione per appellarmi a chi ritiene di avere notizie più approfondite sugli aspetti musicali della festa di Ponticelli.
Di sicuro fino agli anni 80 del secolo scorso, la musica bandistica ha avuto ancora un ruolo prioritario, basta andare a ricercare nei programmi dei festeggiamenti degli anni scorsi per rendersi conto della puntuale  e costante presenza della banda musicale. Infatti i comitati organizzatori dei festeggiamenti, susseguitisi nel corso degli anni, facevano  quasi a gara per invitare i complessi bandistici più prestigiosi. Certo perché in un passato, neanche troppo lontano, venivano ingaggiate per la festa, dalle due alle quattro bande musicali. Addirittura in alcuni giorni, durante la festa, sulle tradizionali casse armoniche allestite tra Viale Margherita e Piazza De Iorio, venivano effettuate delle vere e proprie gare tra i complessi bandistici invitati a Ponticelli.
Vinceva quel complesso che aveva più entusiasmato il pubblico presente, con la propria interpretazione o con il programma scelto tra varie marce sinfoniche o opere liriche rilette con arrangiamenti bandistici. Le cronache sembrano asserire che a queste performance musicali, partecipava un gran numero di persone. E ciò è confermato dagli anziani del popolo.  Di quanto fossero importanti ed attese queste gare musicali, lo si può evincere dall’entusiasmo e dalla nostalgia  con  cui gli anziani le raccontano. Peraltro – un piccolo particolare –  era  quasi d’ obbligo per tutti i complessi bandistici invitati per la festa, eseguire in Viale Margherita la cosiddetta Marcia “A tubo”, che gli anziani del popolo esigevano di ascoltare per poter poi esprimere un giudizio sulla interpretazione.
Con gli anni novanta si riscontra un cambiamento di rotta. I comitati  si sforzano di continuare ad ingaggiare complessi bandistici alcuni di buon livello, altri di meno; ancora vengono invitate dalle due alle tre bande musicali, ma il popolo sembra non gradire più questo genere di musica. E ciò è confermato dal fatto che i concerti lirico-sinfonici organizzati sulla cassa armonica allestita in Viale Margherita o in Piazza De Iorio, oppure la mattinata musicale nel Cinema Teatro Pierrot vedono sempre più una drastica diminuzione di pubblico. Nessuno mai ha saputo darne una spiegazione sensata, perché i motivi possono essere tanti e diversi.
Di sicuro le nuove generazioni sembrano preferire un altro tipo di genere musicale, il concerto di musica leggera. Ed ecco che allora che i comitati si attivano per invitare qualche cantante più in voga e/o conosciuto nel panorama della musica partenopea. La gente preferirebbe avere un concerto di qualche cantante conosciuto a livello internazionale, ma le esigenze di bilancio hanno fatto sempre accantonare qualche proposta a tal riguardo. Ma il popolo sembra accontentarsi anche di cantanti che appaiono sulle tv private, i cosiddetti neomelodici, e ciò viene confermato dal fatto che ai concerti di musica leggera la gente accorre numerosa, e ciò a discapito, purtroppo, di una buona musica. Sì, perché a Ponticelli sono ormai in pochi a preferirla, e tra questi ci sono, purtroppo, solo molti anziani nostalgici.
Tra la fine degli anni 90 e gli inizi dell’anno 2000, i comitati, tenendo conto delle esperienze del passato, tendono a ridurre l’ingaggio delle bande musicali. Ormai si invita una sola banda, massimo due, per far svolgere i servizi più essenziali: l’animazione della processione del Carro, qualche concerto serale e/o mattutino, ma tutto comunque sembra riservato per pochissimi eletti del popolo.
Attualmente, circa da tre anni, si è preferito non ingaggiare complessi bandistici esterni ed  i pochi servizi essenziali, durante la festa, vengono ormai affidati alla banda musicali locale, guidata dal M° B. Guerretta, che è riuscito, tempo fa, nell’ardua impresa di riunire una quarantina di giovani per costituire una banda musicale di Ponticelli, ma anche questa bella avventura sembra destinata ad aver termine, tenuto conto del fatto che l’attuale banda conta ormai una quindicina di componenti.
In questi ultimi anni, il Comune di Napoli, sensibilizzato ed in intesa con il consiglio circoscrizionale cittadino, ha deciso di patrocinare parte della festa. I programmi dei festeggiamenti di questi ultimi anni, vedono sempre più la partecipazione di artisti, cantati e cabarettisti, inviatati direttamente dal Comune di Napoli, a partecipare alle manifestazioni esterne della festa di Ponticelli. Il popolo partecipa numeroso ed è entusiasta di queste iniziative musicali. Pochissimi  ormai sono coloro che recriminano la partecipazione di qualche Banda musicale.
Sono arrivati a quattro le manifestazioni musicali che il Comitato, con il contributo del Comune di Napoli, riesce ormai ad organizzare ogni anno. Due manifestazioni che vanno dal concerto di musica leggera ad esibizioni di cabarettisti, sono appannaggio dell’Assessorato all’Ambiente, nell’ambito delle iniziative “estate nei parchi”; gli altri due, quasi sempre concerti di musica leggera sono offerti dall’Assessorato allo Sviluppo e al Turismo del Comune di Napoli.
Pochi purtroppo i concerti di musica classica, anche se non mancano i tentativi del Parroco Don Ciro Cocozza, volti alla promozione degli stessi, che qualche volta hanno visto una discreta partecipazione di pubblico. Lo si è visto nell’agosto del 2002, quando in sostituzione del tradizionale concerto di musica lirico-sinfonica di una banda musicale in Piazza De Iorio, si è tenuto un concerto di musiche classiche napoletane per soli ed orchestra nel Parco De Simone. Per il numerosissimo pubblico presente, qualcuno stima la presenza di circa 4000 persone, fu quasi un delirio. Quella fu una scommessa vinta per gli organizzatori.
Mi auguro che per il futuro ci sia una maggiore sensibilità da parte degli organizzatori, nel promuovere con maggiore oculatezza la parte artistica-musicale della festa, sforzandosi di tener conto dei gusti  musicali di tutti gli strati della popolazione, dai bambini agli anziani, da coloro che preferiscono la musica classica a coloro che preferiscono la musica leggera.
In questo modo la festa in onore della Madonna della Neve a Ponticelli, potrà realmente diventare una occasione per proporre e favorire la coesione, la condivisione, l’arte e la cultura, in nome di un popolo, quello ponticellese, che in passato, seppur di origine contadina, ha saputo produrre arte e cultura. Ecco che la festa di Ponticelli, da Sagra di paese, quale essa è oggi, perché purtroppo poco conosciuta  e pubblicizzata nel mondo,  può diventare una festa popolare di arte, cultura, e tradizione, alla pari di tante altre feste popolari, più conosciute, che si tengono durante l’anno in tutta Italia.

Giovanni Aprea

Pubblicato su “Un culto un popolo” Agosto a Ponticelli a cura di F. Maglioccola, G. Mancini, M. Trincone, il Quartiere edizioni, agosto 2004.
Pubblicazione realizzata grazie al contributo della Regione Campania, Assessorato all’Istruzione.